FRONTALIERI: LEGA E PD, VERGOGNA SENZA FINE SULLA PELLE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI


Nella giornata di ieri, giovedì 28 maggio 2020, è diventata di dominio pubblico una lettera, firmata il 30 aprile 2020 dal Presidente della Lombardia Attilio Fontana e da Christian Vitta per il Canton Ticino, in cui si chiede espressamente al Ministro Roberto Gualtieri (per l’Italia) e al Consigliere Ueil Maurer (per la Svizzera) di rendere operativo l’accordo fiscale tra Italia e Svizzera sull’imposizione dei lavoratori frontalieri (con alcune modifiche ancora più sfavorevoli per i lavoratori e i Comuni di confine), parafrato nel dicembre 2015; accordo che non è mai stato ratificato dai Parlamenti dei due Stati e che prevedeva un netto rialzo delle imposte a carico dei frontalieri e, nel contempo, l’abolizione dei ristorni ai Comuni di frontiera da parte della Svizzera di una quota delle imposte alla fonte.
Da qui sono nati attacchi reciproci tra il Partito Democratico e la Lega, che noi consideriamo ugualmente responsabili dello scempio che si sta consumando ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri, molti dei quali provengono dalla nostra provincia.
La prima cosa che salta all’occhio è il giorno in cui è stata prodotta e spedita questa lettera: 30 aprile 2020. Il Presidente Fontana non aveva proprio niente di meglio da fare, in pieno periodo di Covid-19, che scrivere una lettera i cui effetti potrebbero essere un grosso danno economico per i lavoratori italiani? Davvero era questa la priorità per il Presidente della Regione più colpita d’Italia dalla pandemia da coronavirus, che lui e la sua impresentabile Giunta non hanno saputo minimamente affrontare?
È davvero questo il modo in cui la Lega dice di voler difendere gli italiani? Peggiorando le condizioni di chi lavora in Svizzera? Se, come è scritto nella lettera, la ratifica dell’accordo servirà anche a non alimentare i pregiudizi nei confronti dei lavoratori frontalieri, perché il Presidente Fontana ed il suo partito non hanno mai mosso un dito per difenderli dai continui attacchi razzisti da parte di Quadri ed altri rappresentanti della Lega dei Ticinesi? Oltretutto viene anche scritto che i Sindacati siano stati interpellati, ma ciò è già stato prontamente smentito dal Sindacato ticinese OCST. Ed è questo il modo di difendere i Comuni di frontiera, che avrebbero pesanti conseguenze per le loro casse in caso di entrata in vigore dell’accordo? Un atteggiamento veramente vergognoso.
Altrettanto vergognoso è il Partito Democratico che, nel criticare aspramente la lettera di Fontana dimentica però un piccolo particolare: l’accordo del 22 dicembre 2015 era stato siglato proprio da loro, nella persona di Piercarlo Padoan, allora Ministro delle Finanze del Governo Renzi! Praticamente stanno criticando la Lega che chiede la ratifica di un accordo voluto proprio dal PD!
Al di là delle schermaglie tra i due partiti che, negli ultimi anni, hanno prodotto i maggiori danni a livello regionale e nazionale, resta un dato di fatto: tutto questo avviene sulla pelle (e sulle tasche) delle lavoratrici e dei lavoratori frontalieri, che vengono regolarmente dimenticati tranne quando devono essere utilizzati come vittime sacrificali.
Noi ci siamo sempre opposti a questo sciagurato accordo e continueremo a farlo, chiunque sia il partito di turno a sostenerlo.






CONSIGLIERE QUADRI: E' CHIARO O CI VUOLE UN DISEGNO?

Ci troviamo ancora una volta, nostro malgrado, a dover rispondere all’esponente della Lega dei Ticinesi Lorenzo Quadri che, secondo quanto riportato dalla testata locale ComoZero, si è nuovamente scagliato contro la riapertura delle dogane tra #Italia e #Svizzera, riservando i consueti insulti alle lavoratrici e ai lavoratori frontalieri provenienti dalla #Lombardia.

Come al solito non si sente alcuna reazione da parte di chi, a parole, sostiene solennemente di difendere gli italiani, e invece nel concreto non fa proprio nulla di tutto ciò. Ci riferiamo in primis alla Lega di Matteo Salvini il quale, già nel 2016 in occasione del referendum ticinese “Prima i nostri”, espresse soddisfazione per la vittoria dei sì, dicendo che solo in Italia si dà la precedenza agli scafisti; forse non gli era molto chiaro che gli “altri” colpiti dal risultato referendario eravamo noi italiani.

Il rappresentante della Lega dei Ticinesi continua infatti, come un disco rotto, a ripetere sempre le stesse frasi offensive e razziste nei confronti dei nostri connazionali, in particolare di chi lavora in #Ticino, sostenendo che lo stesso Cantone è stato “impestato” dai cittadini lombardi e che per i frontalieri ci vorrebbe la quarantena.

Caro Quadri, ma cosa vai blaterando? Il Cantone Ticino, in rapporto agli abitanti, è stato più colpito dal Covid-19 rispetto alle province confinanti lombarde; quindi, seguendo il tuo perverso ragionamento, chi sarebbe più “impestato”?

Caro Quadri, ma lo sai che le tue sprezzanti parole fanno del male innanzitutto al Cantone Svizzero che dici tanto di amare e proteggere? Molte aziende ticinesi devono infatti la loro prosperità al contributo fondamentale dei lavoratori frontalieri e buona parte della sanità ticinese si basa sul lavoro dei frontalieri. Ti sei mai chiesto come farebbero queste imprese ad andare avanti senza di loro? E ti sei mai chiesto come avrebbe potuto reggere il sistema sanitario ticinese durante l’emergenza coronavirus?
Dovresti essere al corrente del fatto che moltissimi ticinesi si recano nei centri commerciali e nei negozi oltreconfine per gli acquisti, visto che anche un tuo collega di partito ha confessato di farlo; quindi cosa avresti in contrario sul fatto che anche gli italiani facciano altrettanto, contribuendo alla ricchezza dei commercianti ticinesi?
Sai inoltre che l’Italia è una delle m
ete preferite dai turisti elvetici che si recano in vacanza fuori dalla Svizzera? Vorresti privare i tuoi connazionali di questa possibilità perché gli italiani sono “impestati”?

Dunque, ricapitolando: molti lavoratori frontalieri italiani si recano in Ticino per lavorare; questo garantisce un lavoro che spesso in Italia non c’è e prosperità alle aziende ticinesi, oltre al fatto di fornire parecchio personale sanitario; moltissimi ticinesi si recano a fare acquisti nelle province confinanti italiane, e moltissimi svizzeri passano le loro vacanze in Italia, favorendo il commercio e il turismo nostrano; la soddisfazione è reciproca e favorisce la crescita in entrambi i nostri bellissimi Paesi. Quindi, Consigliere Quadri, ti cosa ti lamenti esattamente? Per usare un linguaggio a te caro, è chiaro il messaggio o ci vuole un disegno?

Prc/SE Como, 21/05/2020




DECRETO RILANCIO: IGNORATE LE #LAVORATRICI E I #LAVORATORI #FRONTALIERI

I lavoratori frontalieri dei nostri territori, da anni oggetto degli insulti da parte dei sovranisti ticinesi, nel periodo del coronavirus hanno dovuto subire parecchi disagi.
Oltre alle code chilometriche causate dalla chiusura di molti valichi svizzeri (e alcuni valichi ancora chiusi, come quello della Valmara, provocano ancora molti problemi) nell'immobilismo generale del governo e, in particolare, del Ministro degli Esteri, una nuova beffa è in arrivo per una parte di loro con il "Decreto Rilancio".
Il governo non ha infatti previsto nessun sostegno al reddito per i lavoratori frontalieri che non hanno diritto alla Naspi, ovvero coloro che possiedono un contratto di breve durata o stagionale, colf e badanti.
Nemmeno le opposizioni, coloro che si fanno portatori dei "nostri" interessi, hanno avuto nulla da dire al riguardo.
Bene hanno fatto i rappresentanti nazionali dei CSIR (che riunisce CGIL, CISL e UIL) a protestare contro la "dimenticanza" ed a chiedere, prima della conversione in legge, di considerare questa categoria di lavoratori e prevedere per loro qualche forma di tutela.
Anche noi chiediamo con forza che il governo intervenga prontamente; siamo sempre stati e sempre saremo per i diritti di tutti, nessuno escluso, e non vogliamo che alcune categorie di lavoratori vengano abbandonate in un silenzio assordante.
16/05/2020




#Lega dei #Ticinesi di nuovo contro i #frontalieri: ora basta!


Nella giornata di ieri abbiamo appreso dal quotidiano locale Comozero che l’esponente di spicco della Lega dei Ticinesi, Lorenzo Quadri, ha espresso sul suo blog i soliti pensieri, suoi e del suo partito, nei confronti dei lavoratori frontalieri; pensieri carichi di odio e razzismo, che purtroppo esistono ad ogni latitudine e che vedono in questo caso gli italiani come vittime.
Questa volta Quadri si scaglia contro la riapertura di alcune dogane minori (noi avevamo chiesto la riapertura di tutti i valichi di confine) per alcune ore al giorno, e contro le lamentele dei frontalieri per le lunghe code alla frontiera, utilizzando il classico linguaggio sovranista (“Stiano a casa loro”, “Stop invasione”); condendo il tutto con una serie di sciocchezze atte solo ad accusare gli italiani.
Ora, se le imprese e le fabbriche ticinesi hanno riaperto quasi a pieno regime, i frontalieri da qualche parte dovranno pur passare per recarsi sul luogo di lavoro! Oltretutto i controlli avvengono puntualmente e vengono fatte passare solamente le persone munite di un regolare permesso di lavoro, che non vanno certo in Svizzera per divertimento o per shopping, come suggerito da Quadri. Sullo shopping oltrefrontiera Quadri dovrebbe almeno rimanere in religioso silenzio, pensando alle migliaia di cittadini ticinesi che si riversano in Italia per gli acquisti; per informazioni più dettagliate potrebbe chiedere al suo collega di partito Omar Wicht.
Quanto all’accusa mossa agli italiani, secondo cui il Ticino sarebbe stato “impestato dalla Lombardia”, consigliamo all’esponente leghista di leggere meglio i dati ufficiali del contagio: in rapporto agli abitanti, infatti, in Ticino ci sono molti più contagiati che nelle province limitrofe di Como e Varese; verrebbe quindi da chiedersi chi ha contagiato chi, se non fosse che questo discorso è totalmente privo di senso, poiché l’epidemia è presente in tutto il mondo.
Non da ultimo, quando attacca gli italiani dicendo che “se non ci fosse il Ticino, non avrebbero nemmeno la pagnotta sul tavolo”, oltre alla bassezza della frase, Quadri sa benissimo di dire una cosa che fa del male anche al Cantone Ticino. Perché se è vero che tanti italiani trovano in Ticino un lavoro che purtroppo l’Italia non ha saputo offrire, è anche vero che parecchie aziende ticinesi non potrebbero sopravvivere senza la manodopera frontaliera. E ricordiamo a Quadri che, se il Ticino è riuscito ad affrontare l’emergenza sanitaria per il coronavirus, in buona parte lo deve al personale sanitario italiano, che ogni giorno ha varcato la frontiera (guarda un po’) per assistere negli ospedali e nelle case di cura i cittadini svizzeri.
Queste infelici uscite, a cui ci hanno purtroppo abituato gli esponenti della Lega dei Ticinesi, non devono in alcun modo mettere a repentaglio la proficua collaborazione che esiste da tantissimi anni tra Italia e Svizzera, e che ha portato ad un miglioramento delle condizioni di vita in entrambi i nostri bellissimi Paesi.
12/05/2020