Sulla stampa locale del comasco il 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo è stata l'occasione per sfoghi rabbiosi e pieni di rancore contro la resistenza e contro i combattenti partigiani
Amministratori locali e giornalisti professionisti hanno fatto a gara nel mostrarsi obiettivi nella ricostruzione storica e neutrali, “afascisti” verrebbe da dire, nelle valutazioni politiche.
La lotta di liberazione, nelle parole di queste persone, è diventata una guerra tra bande di pochi ragazzi esuberanti risolta solo grazie all'intervento delle truppe angloamericane, mentre chi , a settanta anni di distanza festeggia la Liberazione, sarebbe un opportunista saltato sul carro del vincitore a cose fatte;
Autorevoli firme del giornalismo locale hanno addirittura rotto ogni indugio dichiarandosi rattristati e infastiditi dal crescente numero di cittadini che, a dispetto dell' età anagrafica , oggi si dicono partigiani e affermano, nel 2015 , i valori della Resistenza , della democrazia e sostengono i principi della Costituzione;
Noi siamo fra questi partigiani perchè abbiamo buona memoria e ci ricordiamo che dal 1945 ad oggi in più occasione la democrazia in Italia è stata minacciata di morte; basti un solo esempio: la strategia della tensione, organizzata da gruppi neofascisti e da apparati deviati dello stato. Attraverso attentati, che fecero centinaia di vittime innocenti ( da piazza fontana a Milano alla Stazione di Bologna) si volevano reprimere la voglia di emancipazione, di diritti e di giustizia sociale espressa dalle lotte delle donne, degli studenti e soprattutto del movimento operaio negli anni '60 e '70, instaurando dittature militari e autoritarie e arrestando una “pericolosa ondata rivoluzionaria”
La strategia della tensione fu arginata soprattutto grazie a una nuova resistenza che fece capire ai golpisti che per i loro piani non c'era spazio... Da che parte si sarebbe messo, in quegli anni , il direttore de La Provincia?
Noi siamo fra questi partigiani nel 2015 perchè vediamo ancora oggi minacce per la democrazia in Italia;
le vediamo negli stadi, sui muri e nei comizi di capopopolo che esaltano la superiorità della razza ariana , usano la religione cristiana come strumento di discriminazione, parlano con disprezzo razzista dei profughi, attaccano con violenza nazista gli omosessuali, rom e 'diversi' e vorrebbero bombardare i porti da cui partono migliaia di profughi disperati...
Non sono questi fascisti? Cosa ne pensa il direttore de “La Provincia”
Noi siamo fra questi partigiani nel 2015
Perchè si spendono più soldi per le forze armate che per gli ospedali e le scuole,
perchè vediamo attaccata la nostra Costituzione,specialmente dove difende i diritti dei cittadini e garantisce la loro partecipazione alla vita democratica,
perchè si stanno varando riforme elettorali ancora più restrittive di quelle in vigore ai tempi del fascismo nei confronti dei partiti minori ,
perchè con le leggi sul lavoro si sta facendo scempio dei diritti dei lavoratori in nome della competitività e della modernità;
Per questo ancora oggi ci sono molti partigiani , che non partecipano solo alle commemorazioni,ma anzi sono
consapevoli che la scelta antifascista non è una moda o un atteggiamento di facciata , ma un faticoso e indispensabile impegno quotidiano.
Per questo continuiamo a pensare “Ora e sempre Resistenza”