Como, 20 Luglio 2015

PER NON DIMENTICARE CARLO E IL G8 DI GENOVA

Oggi ricorre il quattordicesimo anniversario dell’assassinio di Carlo Giuliani ad opera di un giovane carabiniere spedito al G8 di Genova senza alcuna esperienza e preparazione.
Ciò che fa più riflettere, a distanza di 14 anni, è che nulla è cambiato nella gestione dell’ordine pubblico in Italia. A nulla sono serviti i processi relativi alle torture nella scuola Diaz e a Bolzaneto.
Continuiamo a vivere in uno stato di polizia. Uno stato in cui le forze dell’ordine continuano a massacrare di botte chi gli pare. Uno stato in cui il rappresentante delle forze dell’ordine non indossa per legge un numero identificativo (a differenza del resto d’Europa) e che opera nel perfetto anonimato dinanzi al comune cittadino che, invece, è obbligato ad esibire i documenti e/o a declinare le proprie generalità.
Come si può avere fiducia in chi indossa una divisa se la legge stessa crea un solco tra il comune cittadino e l’appartenente alle forze dell’ordine?
Noi non dimentichiamo Carlo perché dobbiamo ancora fare in modo che non si verifichi l’ennesimo 20 luglio 2001. Carlo lottava per un mondo migliore. Carlo era un ragazzo normale. Chi ha gestito il G8 di Genova con un modus operandi da macelleria cilena di normale non aveva nulla ma, paradossalmente, molti di loro hanno fatto carriera. Per un mondo migliore è indispensabile la più importante delle riforme: la riforma delle forze dell’ordine italiane che devono necessariamente essere al servizio della popolazione e non contro.

La Segreteria Provinciale di Como del P.R.C.