Anniversario P.C.I.


Ricorre oggi il 95° anniversario della fondazione del Partito Comunista d’Italia, a Livorno il 21 gennaio 1921 è iniziata una storia che ha contribuito in maniera determinante a cambiare le sorti del nostro Paese e il futuro di ognuno di noi, il Partito Comunista Italiano, i suoi dirigenti e i suoi militanti, le sue lotte condotte a costo di un altissimo prezzo anche in vite umane, pensiamo a quanti compagne e compagni caduti nel biennio rosso, durante il fascismo, nella lotta di liberazione e poi ancora durante gli anni del regime democristiano o nella lotta contro la mafia. Queste lotte hanno reso il nostro Paese più forte e più giusto. Una storia questa del PCI che viene spesso dimenticata o peggio rimossa.
Anche noi militanti di Rifondazione Comunista spesso ignoriamo la nostra storia, i nostri giovani hanno bisogno di conoscere una storia che può essere di insegnamento anche per le lotte attuali.
Voglio ricordare che anche a Como e nel comasco in quel lontano 1921 i comunisti Tacchi, Pozzoni, Roncoroni e Montanari al 17° Congresso del Partito Socialista Italiano di Livorno abbandonarono il Teatro Goldoni e si recarono con altri delegati cantando l’Internazionale al Teatro San Marco per dar vita al Partito Comunista d’Italia Sezione dell’Internazionale Comunista. A Como il primo segretario provinciale fu l’avvocato Tacchi e il comitato federale era interamente di tendenza “bordighiana”, nel luglio del ’21 Gramsci e Bordiga vennero a Como ad una conferenza del partito tenuta nella Camera del Lavoro che si trovava dove ora c’è la chiesa di S Pietro in Atrio, in seguito Gramsci designò Ettore Quaglierini a dirigere la federazione di Como Sondrio e Varese e nel 1922 venne fondato il giornale “La Comune” organo della federazione di Como, sempre nel ’22 Gramsci partecipò a nome del Comitato Centrale del partito al secondo congresso provinciale dei giovani comunisti comaschi. Ma è nel 1924 già sotto la scure fascista quando alla capanna Mara sopra Erba si tiene la Conferenza Nazionale di Organizzazione e Gramsci descrive in una lettera le “vallette bianche di narcisi” dove si tengono le riunioni clandestine, cantando inni fascisti per non destare sospetti. Sempre nell’ottobre del ’24 a Monte Piatto sopra Torno si tenne l’ultimo congresso del Soccorso Rosso e nel 1926 in prossimità di Asso si svolge una delle riunioni del Comitato Centrale del PCd’I dove il compagno Giacinto Menotti Serrati muore stroncato da un infarto. Ricordiamo in quegli anni la preziosa opera della compagna Anita Pusterla che si occupava di aiutare i compagni a lasciare la zona delle riunioni senza destare sospetti (sarà condannata dal Tribunale Speciale a 9 anni e 8 mesi di detenzione e confino). Nemmeno il fascismo riuscì a fermare l’azione dei comunisti comaschi, pensate che durante tutto il ventennio fascista, nonostante una fortissima repressione e numerosi arresti l’attività politica nella zona Camerlata, Albate, Rebbio non è mai cessata. Mi fermo perché la storia del PCI negli anni venti del secolo scorso nel nostro territorio è densa di episodi e meriterebbe un adeguato approfondimento, vorrei solo ricordare alcuni nomi di comunisti comaschi che abbiamo il dovere di ricordare quando troppo spesso siamo presi dallo sconforto e dallo scoramento durante la nostra attività politica, pensando alle difficoltà che queste compagne e compagni hanno dovuto affrontare.
Battista Tettamanti ( sindacalista e segretario della Camera del Lavoro di Como).
Carlo Pozzoni ( professore di filosofia, fondatore del Partito Comunista comasco, perseguitato dal fascismo emigrò in unione Sovietica, per le sue idee coraggiose morì nei gulag staliniani).
Anita Pusterla ( impiegata, condannata dal tribunale speciale).
Ercole Bianchi detto Erculin (barbiere confinato politico).
Natale Premoli ( meccanico, membro della gioventù comunista dal 1924, condannato a nove mesi di carcere per “incitamento all’odio di classe”,nel 1930 condannato a 9 anni di carcere dal tribunale speciale, nel 1931 sposa la compagna Anita Pusterla, trasferito in Unione Sovietica, in seguito partecipò alla guerra di Spagna, rientrato in Urss venne arrestato e condannato ai lavori forzati in Siberia dove trovò la morte.
Dante Ceruti ( iscritto al Circolo di Rebbio, condannato dal tribunale speciale a 3 anni di carcere, è il padre della nostra compagna Mariella).
Olga Ferretti ( operaia, confinata politica e partigiana).
Luigi Clerici ( operaio, partigiano, torturato e fucilato dai fascisti a lui venne intitolata la 52° Brigata Garibaldi).
Alfonso Lissi ( meccanico di Capiago, condannato dal tribunale speciale a 8 anni di reclusione, partigiano e commissario politico, caduto in combattimento, a lui è intitolato il nostro Circolo di Rebbio).
Luigi Corti ( tramviere di Oltrona S. Mamete, condannato dal tribunale speciale a 8 anni di reclusione).
Libero Fumagalli ( di Albate, partigiano e dirigente comunista).
Enrico Caronti ( operaio di Blevio, aderisce al PCI dal 1921, partigiano, commissario politico della 52° Garibaldi, torturato e fucilato dai fascisti, viene insignito di Medaglia di Bronzo al Valor Militare è il padre del nostro compagno Nello).
Mario Lietti ( falegname, condannato dal tribunale speciale a 5 anni di confino, partigiano e sindacalista).
Giuseppe Marino ( primo segretario della FGCI comasca, arrestato dai fascisti e resistente).
Ettore Quaglierini ( segretario della federazione comasca del PCI negli anni venti, redattore dell’Ordine Nuovo, emigrato politico durante il fascismo fu collaboratore de l’Humanitè e redattore dell’organo del Partito comunista belga Drapeau Rouge, partecipò alla guerra di spagna,costretto di nuovo all’esilio emigrò in America Latina entrò nella direzione del Partito Comunista Uruguajano alla fine della guerra entrò nella direzione del PCI).
Questi solo pochi esempi del contributo dei comunisti comaschi.
Molti anni sono passati da quei tempi e noi oggi orgogliosamente riaffermiamo quegli ideali e cerchiamo di essere i degni continuatori di quell’opera.

La lotta contro il capitalismo liberista continua ora come allora perseguendo l’unità delle forze di sinistra ma senza rinunciare all’esistenza del Partito della Rifondazione Comunista.