Esprimiamo forti dubbi e preoccupazioni rispetto alla continua formazione nel territorio dei cosiddetti "Gruppi per il controllo del vicinato".
Ci poniamo una domanda fondamentale: può il cittadino essere imparziale e oggettivo rispetto al tema della sicurezza?
Quello che succede è che ci troviamo di fronte a cittadini senza preparazione e formazione che si attribuiscono da soi il compito di "vigilare" il territorio. Qual'è, però, il metodo di selezione di questi cittadini? E in cosa consiste effettivamente questa "vigilanza"? A queste domande nessuno ha ancora dato risposte chiare.
Dovrebbe bastare la sola locuzione "controllo del vicinato" a far venire i brividi. È come dare il consenso a violare la privacy altrui, senza avere chiari i limiti di questa pratica. Loro stessi dichiarano di voler "conoscere i propri vicini, le abitudini e gli orari". Non sono affermazioni che dovrebbero passare alla leggera.
C'è inoltre il rischio oggettivo di segnalare persone innocenti, stigmatizzandole davanti alla società, provocando un allarme sulla popolazione (il procurato allarme, tra le altre cose, costituisce un reato). Allarme che, tra le altre cose, è smentito dai dati oggettivi: nel 2015 in provincia di Como la prefettura segnala un calo delle denunce dei furti rispetto al 2014. Si vuole quindi trasformare il nostro territorio in una caserma, senza alcun dato oggettivo sul miglioramento apportato alla sicurezza da questi gruppi.
Inoltre, si vuole far passare un messaggio culturale sbagliato: quello del cittadino "onnipotente" che amministra la giustizia da sè, sostituendosi agli organi terzi. Anche se si dichiara di non voler creare delle "ronde", questi gruppi generano un'ideologia della paura, e la loro evoluzione è già sfuggita di mano in città come Bologna, Ravenna e Bergamo, dove questi gruppi si sono trasformati in vere e proprie "passeggiate notturne" egemonizzate dall'estrema destra.
La soluzione alla criminalità deve essere politica: potenziamento delle forze dell'ordine, le uniche legittimate alla funzione della sicurezza pubbliche. Sono ancora ben pochi i comuni della nostra provincia che hanno in organico il numero di agenti previsti dalla legge. Inoltre ci si dimentica troppo spesso di agire sulle vere cause delle criminalità: il degrado sociale e le diseguaglianze.
Perchè, al posto di creare questi gruppi, sponsorizzati da chi ha spesso fini di campagna elettorale, non si impiegano tempo e risorse per servizi socialmente utili (sportelli per migranti, gruppi di acquisto popolare e doposcuola che rimedino all'alto tasso di abbandono scolastico sono alcuni esempi)?
 
È gravissimo che alcuni comuni del nostro territorio sostengano queste iniziative. La politica deve dare soluzioni razionali a dei problemi, non incoraggiare la paura!
 
 
 
Il circolo territoriale P.R.C.- SINISTRA EUROPEA Olgiatese.