Migranti: «Persone non un problema da risolvere rimbalzandoselo di stato in stato.» 

di Fabrizio Baggi

Sempre più spesso si incappa in discussioni che hanno al centro l’argomento migranti” ed ogni volta si sentono esternazioni in merito del calibro di:” Il problema è di natura europea”, “in Italia non ce ne stanno più”, “L’Europa se ne deve fare carico”, “che un pò se li prendano gli atri stati” e via discorrendo. Insomma la sensazione è quella che la percezione sia quella di un problema spinoso da risolvere e non quello di dare un’accoglienza dignitosa a delle PERSONE che fuggono da guerra, morte, fame e miseria.
L’esperienza comasca, i due mesi e mezzo passati a stretto contatto quotidiano con i migranti della stazione di Como San Giovanni hanno cambiato la percezione di tutte e tutti noi e nessuno sarà mai più quella/o di prima.
Siamo partiti, carichi della sola volontà di cercare per quanto a noi possibile di migliorare la permanenza di chi arrivava in stazione, ed all’inizio eravamo tutte e tutti dei novellini.
Nessuna/o di noi aveva mai attraversato una situazione simile e gli sbagli commessi sono senza ombra di dubbio stati tanti.
La cosa che colpiva però era quanto le persone che stavamo cercando di aiutare (spesso con scarsissimi risultati) in moltissime occasioni consolassero noi e piano piano ci siamo organizzati arrivando a fare un discreto lavoro.
Poi, dopo un paio di settimane di gestione totalmente volontaria di quella che fu l’emergenza profughi a Como, le istituzioni hanno iniziato a dare il proprio contributo e finalmente in stazione sono comparsi bagni chimici ed è nato il tavolo di coordinamento per le grandi marginalità, alla quale prendevano parte, tra gli altri enti, il comune di Como e la Rete Como senza frontiere – la nostra Rete.
I giorni passavano, le nottate passate in stazione a distribuire pasti con la CRI e coperte per la notte in maniera autonoma ci hanno portato a conoscere i migranti, ed a essere sempre più coinvolti a livello emotivo. Ad un certo punto le tantissime riunioni hanno portato al progetto del campo governativo – Una soluzione? No di certo ma sicuramente, soprattutto alla luce delle garanzie che la prefettura ci aveva dato, un passo avanti in confronto allo stare nel parco della stazione, anche e soprattutto con l’inesorabile approssimarsi della brutta stagione.
Oggi tutte quelle garanzie stanno venendo meno, una dopo l’altra, ed anche su questo punto dovremo far luce.
La cosa che più fa male e lo fa a livello umano è stato avere il sentore che dal punto di vista istituzionale tutto questo periodo è stato ed è un “problema da risolvere” e non ci si è quasi mai ricordati che le persone che sono arrivate in città non sono dei pacchetti da stipare in questo o in quell’altro posto. Si tratta di Donne, Uomini, Bambine e Bambini che per una circostanza di cui nessuno di loro ha la benché minima colpa si è trovata in una situazione tale da dover abbandonare tutto ciò che avevano per cercare di raggiungere un Paese dove la loro vita non è messa in pericolo ogni quarto d’ora.
Certamente tutte e tutti sappiamo perfettamente che in un’Europa dove solo i capitali possono circolare liberamente e non le persone, nell’Europa dei muri e del filo spinato, dove il “Dublino 3” e la “Bossi-Fini” mettono queste persone in una condizione precaria a prescindere difficilmente cambieranno le cose, ma ciò per cui possiamo lottare è cambiare la percezione del fatto.
Le migrazioni sono un fatto epocale, ed è grazie anche a questo fenomeno che l’umanità non si è fermata al tempo dei dinosauri.
Le cosiddette diversità sono un valore aggiunto e soprattutto l’essere nati in un paese del mondo dove le nostre vite non sono messe continuamente a rischio non è un merito ma una fortuna sfacciata.
La nostra città è una città di frontiera, il nostro Paese è un paese di arrivo, e nulla potrà fermare la voglia ed il bisogno di spostarsi dei popoli, e questo comporterà arrivi continui. Dobbiamo essere pronti e preparati per dare a chi arriverà a far visita all’Italia, a Como, il giusto benvenuto ed i diritti che ogni essere umano deve avere.
Nessuno essere umano è illegale. Abbattiamo i muri e le frontiere.

Como, 23 ottobre 2016
Fabrizio Baggi