Como/ Revocati pass per disabili in centro città. Rognoni e Baggi (Prc/SE_COMO): «La creazione di aree pedonali non può essere alibi per rendere inaccessibile una parte della città».

Così il circolo cittadino e la federazione provinciale del Partito della Rifondazione Comunista esprimono la loro contrarietà alla decisione dell’Amministrazione comunale di revocare i permessi per i disabili nelle aree pedonali del centro città.

«Non si può non essere d’accordo sull’esigenza di pedonalizzare alcune aree della città, come pure sulla considerazione che 2500 permessi avrebbero messo in questione l’intera misura. Tuttavia, in una città in cui il 25% della popolazione è anziano e in cui intere fasce di popolazione hanno notevoli difficoltà a muoversi celermente a piedi, la scelta dell’Amministrazione rischia di rendere intere aree della città inaccessibili.

Vi è una evidente necessità – proseguono il segretario cittadino Stefano Rognoni e il responsabile provinciale organizzativo Fabrizio Baggi - di effettuare maggiori controlli sulla concessione dei pass per disabili, anche al fine di evitare che tali permessi vengano utilizzati da loro famigliari al solo scopo di accedere con la vettura in zone altrimenti vietate. Ma penalizzare tutti per l’incapacità di far rispettare le norme del vivere civile è un’opzione inaccettabile oltre che una violazione di leggi nazionali» Come ha ricordato infatti Ledha Como la convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità è stata recepita dalla normativa italiana nel 2009.

Il partito accusa quindi il Comune di non operare la necessaria inclusione nel prendere le proprie decisioni: «Crediamo che l’Amministrazione dovrebbe operare maggiore coinvolgimento delle realtà presenti in città anziché procedere in maniera arbitraria per portare a compimento misure spot che si trasformano in boomerang.


Come Partito della Rifondazione Comunista – dichiarano Fabrizio Baggi e Stefano Rognoni– siamo impegnati nella costruzione di un’alternativa per la città che porti la Prossima Como ad essere inclusiva e a operare per la tutela delle fasce più deboli della società che ad oggi sono completamente inascoltate».