Il 21 marzo a Ponticelli, in provincia di Napoli, in occasione della Giornata dedicata alle vittime innocenti di mafia, trentamila persone sono scese in piazza contro mafie ed ecomafie. Gabriel Aiello, portavoce del Movimento “C’at accis a salut’!”, ci informa sulla situazione attuale nella Terra dei Fuochi.

Risale solo a pochi giorni fa l’ultimo grave episodio di biocidio accaduto a Taverna del Re, nell’area a nord di Napoli tra Giugliano e Villa Literno, dove una nube di fumo tossico ha devastato per parecchie ore tutta l’area circostante la zona, a seguito del rogo di centinaia di ecoballe lì depositate. 

Ed è solo uno dei tanti episodi contro cui, ancora una volta, migliaia di persone sono scese in piazza, il 21 marzo, questa volta a Ponticelli (NA), per urlare per l’ennesima volta no al biocidio. Trentamila persone di cui la maggior parte studenti, giovani, che in occasione della Giornata dedicata alle vittime innocenti di mafia, hanno voluto ribadire la loro indignazione non solo nei confronti di tutte le mafie ma anche contro le cosiddette ecomafie che da anni stanno devastando questo territorio. Tra gli attivisti presenti alla manifestazione, Gabriel Aiello, un giovanissimo ragazzo che qualche anno fa ha dato vita al Movimento “C’at accis a salut’!” (“Ci avete ucciso la salute!”), quotidianamente impegnato, insieme ad altre numerosissime associazioni e comitati e comuni cittadini, nella lotta contro le ecomafie e la devastazione ambientale nella Terra dei Fuochi e nella sensibilizzazione sui rischi dei veleni e sugli effetti dello sversamento illegale di rifiuti che stanno devastando la sua terra. 

Gabriel Aiello promuove da anni mobilitazioni e iniziative, chiedendo osservatori ambientali in ogni comune e bonifiche del territorio, incremento di pattuglie di vigili urbani nelle zone a rischio, la videosorveglianza nei luoghi di scarico illegale, senza paura di esporsi, facendo con coraggio nomi e cognomi dei responsabili di questo scempio. Rispetto alla manifestazione si esprime dicendo che “il corteo del 21 marzo a Ponticelli è stato uno dei più partecipati a livello nazionale, e questo già è un risultato importante. Questo corteo è di risposta anche a chi, come Salvini, dice che a Napoli non si combatte contro la criminalità organizzata. Un forte segnale da parte della Campania onesta, che distrugge i confini della camorra ed entra in quei quartieri tristi e bui restituendo i tanti colori della pace che meritano le tante cittadine e i tanti cittadini che in quei quartieri ci vivono”.

Servono misure immediate. Serve subito un piano di riqualifica del territorio e, dal suo condivisibile punto di vista, “è fondamentale che vengano installate delle telecamere e che vi sia un aumento di controllo nei comuni colpiti dagli sversamenti tossici, e che vengano ripuliti immediatamente i vari siti prima che vengano incendiati. Ci vuole una legge sulla Terra dei Fuochi diversa da quella attuale, ovvero la militarizzazione dei territori. Non c'è assolutamente bisogno di militari che non possono intervenire. Ci vogliono pene esemplari per gli ecoreati, ma soprattutto, il controllo dei rifiuti. In Italia, oltre al fallito Sistri, non c'è nessun controllo sui rifiuti industriali, e questo è gravissimo. Ci vuole tracciabilità dei rifiuti e bisogna chiudere le industrie insalubri che insistono nei centri abitati”.

Sappiamo bene, come risulta anche dai dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità sulla situazione epidemiologica nei 55 comuni tra Napoli e Caserta identificati dalla Legge 6/2014 come “Terra dei Fuochi” che quest’area è una delle zone d’Italia con la più alta percentuale di malattie leucemiche e tumorali e nonostante questo sia un dato di fatto, Gabriel Aiello ci dice che, paradossalmente, “ancora oggi, non c'è una base scientifica per affermare che in Terra dei Fuochi si muore di più per l'inquinamento. Per questo è importante il progetto Veritas, un progetto che vuole restituire verità per le comunità che gridano giustizia da troppo tempo, per accertare nel sangue di questa popolazione la presenza di veleni che possono scatenare, appunto, patologie leucemiche e tumorali”.
Siamo accanto alle migliaia di persone che hanno partecipato alla manifestazione e che lottano per una terra libera dalle ecomafie, il volto di una popolazione che combatte ogni giorno per togliersi l’etichetta di “Terra dei Fuochi”, la voce di un popolo che vorrebbe solo urlare quanto di bello questa stessa terra ha da offrire, che ha il nobile obiettivo di vincere la sua battaglia contro un sistema corrotto, che vede la malavita organizzata al centro di un connubio fatto di responsabilità individuali e collettive, di connivenze da parte delle istituzioni e di omertosi consensi.


Tanto è stato fatto finora e tanto c’è ancora da fare, ma come riporta Gabriel Aiello, “il risultato più grande è sicuramente quello della sensibilizzazione fatta in questi anni. Non c'è più un popolo disinformato e disinteressato, anzi, ora c'è un popolo attento, che segnala, che denuncia. Ci sono piccoli risultati, zone bonificate grazie alle nostre segnalazioni, telecamere nei comuni dove le abbiamo richieste, è stata fatta in alcuni territori una mappatura dei terreni inquinati, tante piccole vittorie territoriali per avvicinarci sempre di più al traguardo finale”.