Situazione
ancora di allerta in Campania per i roghi che sono arrivati ormai
alle porte dei centri abitati. Ma oltre al Parco Nazionale del
Vesuvio, centinaia di roghi tossici continuano a bruciare in
moltissimi Comuni dell’ hinterland partenopeo.
A
pochi giorni dalla manifestazione in cui moltissimi comitati e
associazioni che da anni si battono contro la devastazione ambientale
nella Terra dei Fuochi, la situazione non sembra essere mutata su
nessun fronte Al termine della manifestazione, sabato 15 luglio alle
19.00 circa, una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto
Campanaro, delegato alla Terra dei Fuochi. Al prefetto sono state
chieste delle risposte anzitutto in merito alla grossa emergenza che
in questi giorni sta interessando tutto l’hinterland napoletano e
in particolar modo i paesi alle pendici del Vesuvio, iniziata con
l’incendio appiccato al Parco Nazionale del Vesuvio che ora sta
espandendosi senza tregua anche nei centri abitati limitrofi.
Inoltre, si è discusso in maniera più ampia di Terra dei Fuochi,
facendo presente al prefetto che in moltissimi comuni continuano a
bruciare senza tregua roghi tossici, portando danni irreparabili
all’ambiente e di conseguenza alla salute dei cittadini. Il
Prefetto ha espresso la sua soddisfazione rispetto ad azioni di
controllo che a suo dire vengono sistematicamente messe in atto. Le
sue rassicurazioni si scontrano però con una realtà ben diversa che
i napoletani sono costretti a fronteggiare, quasi sempre affidandosi
solo alle proprie forze e senza alcun sostegno da parte delle
istituzioni.
La
tragedia che sta interessando la Campania ed altre regioni del Sud
Italia avrebbe potuto essere evitata se fossero state messe in atto
strategie preventive e avrebbe potuto avere conseguenze meno
devastanti se opportuni provvedimenti fossero stati presi in maniera
efficace. Nulla di tutto ciò è stato fatto. Come sempre ciò che è
stato determinante e degno di nota è stata la voglia di lottare
contro questo stato di cose e la volontà delle centinaia di
attivisti che in questi giorni si sono recati in maniera volontaria e
gratuita nei luoghi in cui si è verificato l’incendio per prestare
aiuto alle popolazioni coinvolte, uomini e donne che semplicemente
amano la propria terra e lottano contro chi sta cercando di
distruggerla. Questo, l’unico successo raggiunto finora.
La
speranza è che adesso sia la classe politica a darsi da fare per
arrivare a qualche risultato concreto, prima che sia troppo tardi,
prima che il territorio venga completamente devastato, prima che il
tasso di inquinamento provochi danni più irreparabili di quelli
attualmente stimabili, prima che la rabbia della gente lasci il posto
alla rassegnazione.
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