Per assemblea del 7 settembre del "Brancaccio" di Como.

Contributo del PRC/ SE provinciale

Punto 2 scuola:

Abolizione della cosiddetta Buona Scuola per ragioni che sono di natura politica, sindacale e culturale.
politica perchè le misure più importanti introdotte dalla 107 riguardano da un lato l' assegnazione di super poteri ai dirigenti scolastici, e la riduzione progressiva di importanza degli organi collegiali e di tutte le forme di democrazia partecipata.
Sindacale, perchè con un contratto non rinnovato da 9 anni, anche la contrattazione d'istituto viene sminuita da forme di retribuzione accessoria a discrezione del dirigente scolastico ( bonus)
Culturale, perché anche l' attuale ministro, in linea con i precedenti alleggerisce ulteriormente l' offerta formativa per realizzare i tagli alla spesa pubblica e non si preoccupa minimamente di una riforma della scuola che ne chiarisca il senso è il ruolo nell' attuale società.






Ambiente/lavoro
Due temi dovremo sviluppare, anche a livello locale.
1.Un piano di lavori pubblici per il riassetto idrogeologico e per la manutenzione ordinaria di strade, corsi d'acqua e patrimonio forestale.
  1. La valorizzazione dell' agricoltura contadina e della sovranità alimentare. A questo proposito come riferimento  quanto prodotto dalla rete bergamasca per l' alternativa al G7. Mi sembra un ottimo esempio del quale dovremmo discutere.




Siamo cittadine/i, donne e uomini, preoccupati per la frequenza con cui si susseguono eventi che mettono a repentaglio la qualità della vita delle persone in un ambiente sempre più aggredito e avvelenato da attività umane indifferenti alle conseguenze sul pianeta e irresponsabili nei confronti delle future generazioni. Siamo indotti a mangiare cibo standardizzato, sempre più spesso prodotto a scapito dei diritti del lavoro e della salute, con l’utilizzo massivo di fertilizzanti e pesticidi chimici che inquinano l’ambiente e distruggono la normale fertilità dei terreni.

Questa è la conseguenza di un mercato mondiale del cibo dominato dalle multinazionali dell’agrobusiness, che obbediscono solo alla legge del massimo profitto, incuranti delle conseguenze sull’uomo e sulla natura: insicurezza alimentare, desertificazione e deforestazione, aggressione alla biodiversità, inquinamento, alterazioni climatiche, spreco di quantità di cibo che potrebbero alimentare una volta e mezzo gli abitanti del pianeta. Per comprendere i paradossi del sistema globale del cibo basti notare che 800 milioni di persone sono denutrite, 2 miliardi di persone sono in sovrappeso oppure obese, mentre un terzo della produzione mondiale di alimenti viene sprecato.

Questo sistema agroalimentare è sostenuto con trattati internazionali, sovvenzioni e legislazioni amiche dai governi dei paesi più ricchi del pianeta a danno delle comunità contadine di tutto il mondo, messe in crisi da una competizione drogata dai sussidi, dalla finanziarizzazione del cibo, dalle monocolture intensive. Eppure è la stessa FAO che considera l’agricoltura contadina, che produce circa l’80% del cibo nel mondo, come cruciale per la soluzione del problema della fame nel mondo1. I rappresentanti di questi governi si riuniscono ogni anno nelle più belle località del pianeta per raccontare al mondo, sostenuti da un potentissimo apparato mediatico, gli effetti “positivi” delle loro politiche sulle popolazioni, mentre sottobanco continuano a sostenere questo distruttivo sistema.

Quest’anno il G7 dei ministri dell’agricoltura si terrà nella Città di Bergamo il 14-15 ottobre.

Noi invitiamo tutti i cittadini sensibili ai temi richiamati e tutti quelli impegnati nella costruzione di modelli di produzione, distribuzione e consumo agroalimentari alternativi a unirsi in un percorso di riflessione sulla possibilità di un’ alternativa sostenibile per le comunità umane e per l’ambiente.

Ci rivolgiamo alle tante esperienze, esistenti in provincia di Bergamo, ricche di pratiche e saperi la cui messa in comune può davvero garantire una grande capacità progettuale e costituire la forza per far sentire la domanda di cambiamento: dai GAS orientati al cambiamento sociale, alle reti solidali per la difesa di un’agricoltura a presidio del territorio, ai mercati contadini strutturati con funzione anche logistica per i consumatori critici, alle comunità di supporto all’agricoltura che mettono in discussione il mercato a partire dall’agricoltura contadina.
Ci proponiamo di attivare reti che abbiano a fondamento la sovranità alimentare, riconnettendole buone pratiche già attive a livello locale ad una riflessione politica più ampia, per mostrare la validità della loro alternativa possibile e praticabile al modello dominante ed anche per evitare che queste pratiche dal basso vengano acquisite nella narrazione ingannevole del G7, che potrebbe trasformarle in una sorta di foglia di fico ad esso funzionale.

Vogliamo mettere in movimento una Rete sociale di alternativa agricola
che veda impegnate le stesse realtà contadine bergamasche, l’associazionismo, i movimenti sociali, i partiti, i cittadini, i GAS, i GAP, nella costruzione di un percorso da oggi ad ottobre che attraverso momenti formativi pubblici, giornate di mobilitazioni, eventi diffusi su tutto il territorio bergamasco, contribuiscano a disvelare gli effetti devastanti del modello agroindustriale e portino alla ribalta, invece, le buone pratiche alternative
.

Invitiamo tutti ad assumersi l’impegno di dare continuità a questo percorso e ad aderire in termini di impegno a far sì che questa presenza ingombrante del G7 a Bergamo diventi invece la Nostra possibilità di dare voce a chi già opera alla costruzione di un’alternativa.

Come coordinamento iniziale abbiamo pensato ad assemblee pubbliche su più temi, a partire da maggio, con una iniziativa che racconti cosa sia il sistema agroindustriale attuale e le sue conseguenze, a seguire tenteremo di far conoscere quali sono le reali politiche europee (PAC), italiane e bergamasche attraverso le quali si costruisce il dominio dell’attuale sistema agricolo; seguiranno le proposte; convinti che l’alternativa sia davvero praticabile proporremo in un altro evento pubblico la nostra alternativa: la sovranità alimentare, l’agricoltura contadina.. e nelle stesse giornate del G7 proponiamo che tutte le reali pratiche dal basso ed esistenti sul territorio possano trovare voce..
Anche le stesse giornate del G7 dovranno vederci impegnati, infatti, nella costruzione di “piazze liberate”, di una Bergamo che dice no ad altre politiche che alimentano la crisi globale, affamano il Sud del mondo e inaspriscono anche la nostra condizione economica con le loro politiche di austerità. Una bergamasca che da maggio ad ottobre, nelle giornate di svolgimento del summit dei potenti della Terra, si riempia di iniziative e gesti di liberazione per il diritto alla vita di tutti i popoli del mondo”.





Altra questione, il referendum regionale del 22 ottobre. Su quello vi mandiamo un testo che passa le dieci righe, ma ..... 

Referendum 22 ottobre

"Il quesito del referendum può essere tradotto , in parole povere, così:
"Vuoi tu che la regione Lombardia presenti, come già oggi le consente la Costituzione ( art. 116), proposte di riforme che , solo se approvate dal parlamento nazionale le daranno maggiore libertà di produrre autonomamente leggi, regole e di amministrare i propri soldi?"
Come si vede, anche se dovesse vincere il si, non verrebbe cambiata nessuna norma esistente e nemmeno diventerebbe attiva una nuova legge.

Il quesito, a differenza di quanto accaduto in passato  per tutti i referendum abrogativi e costituzionali che abbiamo avuto in Italia, non offre agli elettori la possibilità cambiare realmente le leggi  o di lasciarle così come sono su questioni grandi ( la costituzione, il divorzio, l' aborto...) o particolari ( gli orari dei negozi).
Questo referendum non può neppure essere considerato come espressione della volontà popolare perché non sono state raccolte le solite 500.000 firme per istituirlo e non ha neppure un quorum  (il 50,1 %) da raggiungere per essere valido.

Basterebbero  queste motivazioni per dire che il referendum è fasullo e contrariamente a quello che dice la propaganda "legaiola", non produrrà nessuna autonomia per i lombardi.

Ma c'è dell' altro: il quesito mira a scardinare il principio della sussidiarietà, quello per cui le aree più ricche della nazione devono in una certa misura contribuire economicamente a risollevare quelle più povere.... e come lo fa ? Interpellando SOLO i cittadini della regione più ricca e chiedendo loro " volete tenere per voi tutti i vostri soldi? " La risposta è scontata, davvero sarebbe come far pronunciare solo i bianchi sul diritto di voto ai neri o solo i maschi sul diritto di voto alle donne..; quindi il referendum ha anche un carattere eversivo , antidemocratico e golpista.

Perché , se il quesito non abroga nulla e ancor meno rivoluziona alcunché, la lega nord vuole farlo e gli assegna tanta importanza?
Il governatore leghista Maroni é sotto accusa per vari abusi di potere commessi, e con mille scuse sta rinviando il processo iniziato nel dicembre 2015! 

Ha una grande fretta di votare prima di una sua molto probabile condanna. 
Vorrebbe addirittura far coincidere voto regionale e referendum, per ottenere una specie di investitura popolare e utilizzarla in modo propagandistico per andare a Roma a trattare col governo dopo aver vinto referendum e elezioni regionali. 

É chiaro che il referendum é un pezzo della campagna elettorale per le regionali alle quali dovremo presentarci insieme a tutti quelle realtà partitiche, associative e di movimento che il modello alternativo alla destra leghista stanno già provando a costruirlo.

Cioè fare propaganda per un astensionismo attivo, perché nessuno vada a votare, in questo caso è legittimo . 
Dobbiamo fare in modo che la lega e i suoi alleati su questo tema, facciano una figuraccia.

DIco questo, anche perché andando a votare per il NO al referendum del 22 ottobre gli daremmo legittimità e non potremmo neppure usare un altro argomento, quello dei 46 milioni di € ( tutti soldi pubblici) buttati per realizzare il sistema di voto elettronico.Referendum 22 ottobre.
Il quesito del referendum può essere tradotto , in parole povere, così:
"Vuoi tu che la regione Lombardia presenti, come già oggi le consente la Costituzione ( art. 116), proposte di riforme che , solo se approvate dal parlamento nazionale le daranno maggiore libertà di produrre autonomamente leggi, regole e di amministrare i propri soldi?"
Come si vede, anche se dovesse vincere il si, non verrebbe cambiata nessuna norma esistente e nemmeno diventerebbe attiva una nuova legge.

Il quesito, a differenza di quanto accaduto in passato  per tutti i referendum abrogativi e costituzionali che abbiamo avuto in Italia, non offre agli elettori la possibilità cambiare realmente le leggi  o di lasciarle così come sono su questioni grandi ( la costituzione, il divorzio, l' aborto...) o particolari ( gli orari dei negozi).
Questo referendum non può neppure essere considerato come espressione della volontà popolare perché non sono state raccolte le solite 500.000 firme per istituirlo e non ha neppure un quorum  ( il 50,1 %) da raggiungere per essere valido.

Basterebbero  queste motivazioni per dire che il referendum è fasullo e contrariamente a quello che dice la propaganda "legaiola", non produrrà nessuna autonomia per i lombardi.
Ma c'è dell' altro: il quesito mira a scardinare il principio della sussidiarietà, quello per cui le aree più ricche della nazione devono in una certa misura contribuire economicamente a risollevare quelle più povere.... e come lo fa ? Interpellando SOLO i cittadini della regione più ricca e chiedendo loro " volete tenere per voi tutti i vostri soldi? " La risposta è scontata, davvero sarebbe come far pronunciare solo i bianchi sul diritto di voto ai neri o solo i maschi sul diritto di voto alle donne..; quindi il referendum ha anche un carattere eversivo , antidemocratico e golpista.

Perché , se il quesito non abroga nulla e ancor meno rivoluziona alcunché, la lega nord vuole farlo e gli assegna tanta importanza?
Il governatore leghista Maroni é sotto accusa per vari abusi di potere commessi, e con mille scuse sta rinviando il processo iniziato nel dicembre 2015! 

Ha una grande fretta di votare prima di una sua molto probabile condanna. 

Vorrebbe addirittura far coincidere voto regionale e referendum, per ottenere una specie di investitura popolare e utilizzarla in modo propagandistico per andare a Roma a trattare col governo dopo aver vinto referendum e elezioni regionali. 

É chiaro che il referendum é un pezzo della campagna elettorale per le regionali alle quali dovremo presentarci insieme a tutti quelle realtà partitiche, associative e di movimento che il modello alternativo alla destra leghista stanno già provando a costruirlo.


Cioè fare propaganda per un astensionismo attivo, perché nessuno vada a votare, in questo caso è legittimo. 
Dobbiamo fare in modo che la lega e i suoi alleati su questo tema, facciano una figuraccia.
Diciamoo questo, anche perché andando a votare per il NO al referendum del 22 ottobre gli daremmo legittimità e non potremmo neppure usare un altro argomento, quello dei 46 milioni di € ( tutti soldi pubblici) buttati per realizzare il sistema di voto elettronico".

Cosa fare quindi? 


Ad un referendum serio ognuno di noi risponde chiamando in causa la propria coscienza civile  e politica esprimendosi con il voto.  A referendum propagandistico, secondo noi, e qui rubiamo l'espressione che abbiamo sentito dalla nostra compagna Giovanna Capelli, "IL NOSTRO MIGLIOR NO È L'ASTENSIONISMO ATTIVO". 



Infine...
La questione delle regole

Per noi è fondamentale un processo partecipativo dal basso.
Il principio dovrebbe essere quello che le decisioni delle assemblee nazionali su tutti gli argomenti debbano essere passate al vaglio delle assemblee locali, con un principio che è quello di una testa, un voto.
Questo vale per per i programmi, per lo statuto dell' alleanza popolare per la democrazia e l' uguaglianza e, ovviamente, per simboli, nomi e candidature.

Per questo auspichiamo anche che nel nostro territorio  si formino coordinamenti locali che si affianchino al prezioso lavoro che si è già avviato a livello provinciale.

Como, 07 settembre 2017
La Segreteria Provinciale Prc/SE Como