di Stefano Rognoni e Fabrizio Baggi.
Sono passati
26 anni da quel 23 maggio 1992, quando la mafia fece saltare un tratto di
autostrada per uccidere il giudice Giovanni
Falcone, che da anni combatteva una lotta contro la criminalità organizzata
annidata anche in parti dello Stato.
Suo e di Paolo Borsellino fu il merito del maxi-processo
che assestò un colpo durissimo a Cosa
Nostra, ma che non è purtroppo bastato a cancellare questa piaga che si è
anzi continuata ad espandere anche nel nord del Paese.
Il comasco è
un'area fortemente interessata dal fenomeno mafioso, in particolare dalla 'ndragheta,
mentre molti politici locali e non solo continuano a pensare che questi siano
problemi essenzialmente del meridione.
Molti fatti
sono accaduti da quel maggio del 1992, ed uno di questi, forse il più
significativo, è rappresentato dall’istruzione del processo sulla “trattativa stato mafia” da poco
concluso in primo grado, del quale ricordiamo con orgoglio che il nostro
Partito è stata l'unica forza politica ad essersi costituita parte civile.
Il Post
riporta che "Secondo i giudici, tre
importanti ufficiali dei carabinieri e Marcello Dell’Utri, per anni noto amico
e collaboratore di Silvio Berlusconi, hanno “minacciato” gli organi dello Stato
per conto della mafia, con l’obiettivo di costringere i governi ad adottare un
atteggiamento più morbido nei confronti della criminalità organizzata siciliana".
Ci sovviene
che proprio quel Marcello dell'Utri
nel 2010 venne invitato a “Parolario” per presentare a Como "I diari di Mussolini" e che,
quando gli impedimmo di parlare, alcuni ci dissero che eravamo illiberali ed
antidemocratici.
Noi crediamo
che la mafia vada combattuta sempre e non solo a slogan, per questo abbiamo
lottato per l'intitolazione a Mariano
Comense di un parco alla memoria di Falcone
e Borsellino e delle tante vittime delle mafie purtroppo dimenticate.
Per questo
denunciamo con forza il malaffare anche sul nostro territorio, le con
nivenze
con il mondo economico e politico, anche a costo di non piacere, anche evitando
di ottenere quei voti di scambio che invece hanno consentito per esempio a Noi con Salvini di eleggere
istituzionali (il caso Pagano insegna).
Como, 23
Maggio 2018
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