di Stefano Rognoni

"Ci sono i poveri e voi pensate ai migranti.." Quante volte abbiamo sentito queste parole? Ora però è tempo di mettere un poco di ordine.
Come ho scritto in un post, il problema dell'immigrazione si interseca fortemente con quello della povertà: le persone che raggiungono il nostro Paese sui barconi non sono benestanti, o almeno non più, e non potendo lavorare legalmente mentre la domanda di protezione internazionale viene esaminata, sicuramente non lo diventano giunti nel nostro Paese.

Chi intende combattere la povertà non può farlo su base etnica, gli strumenti di protezione sociale devono essere universalistici e tendere alla massima tutela delle persone sulla base delle necessità economiche, non del colore della loro pelle.

Inoltre, creare una divisione tra poveri non favorisce certo i poveri italiani, ma coloro che detenendo ricchezze non intendono devolverle verso gli strati meno abbienti e trovano nella presenza degli stranieri una utile scusa per continuare a vivere nell'agio mentre il resto del popolo versa in condizioni di povertà estrema (ad oggi sarebbero oltre 5 milioni).
Infine, per l'appunto, non vi è alcuna contraddizione tra l'accoglienza ai migranti - ed il tentativo di consentirgli una esistenza degna - e l'aiuto a chi, italiano da generazioni, versa in stato di necessità.
In effetti, riflettete... Ora che si parla tanto di come il Ministro dell'Interno "si fa rispettare", qualcuno ha sentito parlare di abolizione della Riforma Fornero (il Ministro dell'Economia ci fa sapere che nel 2018 solo interventi a costo zero)? Di abolizione dell'alternanza scuola-lavoro (il Ministro dell'Istruzione ha appena detto che resterà perché "fa bene al Paese")? Tutto questo parlare contro l'immigrazione altro non è che un enorme paravento dietro cui si cela il nulla che il Governo sta facendo per le classi popolari.
Se vogliamo davvero combattere per un Paese migliore dobbiamo risolvere questa non contraddizione, mostrare coi fatti che dalla povertà si esce insieme o non si esce.