di Stefano Rognoni

Questa settimana altri lavoratori morti. Ne cito uno, ma non è uno.. A Parma Mazhar Hussain, 57 anni, si è accasciato mentre raccoglieva meloni. Altri morti ci sono stati nei campi, nelle fabbriche, nei cantieri. 
Tante morti senza nome, tanti esseri umani che non rivedranno la loro famiglia. Ma, evidentemente, alla politica romana non interessa.
Sono senza nome,"morti bian
che" le chiamano, non so se perché così sembrano meno brutte, ma sono omicidi di Stato, di uno Stato che mira a tutelare la proprietà privata fino al punto di dare licenza di sparare all'intruso, ma che nulla fa per contrastare il fenomeno del caporalato.
Nel 2018 il lavoro delle campagne non è così diverso che nell'Ottocento, ma non ce ne preoccupiamo. 

E quanti cantieri vediamo in cui non si rispettano le più elementari regole di sicurezza, ma non facciamo nulla, in fondo così si fa più in fretta. E si fa più in fretta in fabbrica a usare macchinari senza le misure di sicurezza. Ma non ho ancora sentito una parola dal Governo a riguardo, e voi? Voi che dite che il lavoro non c'è per tutti, vi siete fermati a guardarlo questo lavoro? Siete certi di volerlo per i vostri figli, per vostro fratello, per il vostro compagno e la vostra compagna?

Leggo sui social gente che vuole chiudere le frontiere perché il lavoro non c'è per tutti, che lamenta che i migranti creano dumping salariale. Leggo pure di persone che dovrebbero essere della mia parte e che invece domandano retoricamente se secondo me i migranti capiscono che devono unirsi ai lavoratori italiani. Non so se capiscano, sicuramente è nostro compito farlo capire, a loro ed agli italiani, perché hai voglia a capire che ti devi unire al lavoratore italiano se questo ti dà del ladro.


Io sono convinto che se usassimo la metà, ma che dico, un decimo della veemenza che usiamo contro le ONG che salvano disperati in mare per combattere il caporalato, gli imprenditori che violano le norme di sicurezza, la criminalità organizzata che gestisce il tutto, saremmo davvero un bel Paese. 


Ma la medesima criminalità che sta dietro il caporalato gestisce pure interessi che si ramificano nella politica e dunque meglio dire che se stiamo male è colpa delle navi di disperati che arrivano qui.

Como, 24/06/2018