da ecoinformazioni



Buona idea, quella della federazione comasca del PRC di scegliere la sala dell’UCC di Albate per la presentazione del libro di Paolo Ferrero dedicato alla figura di Carlo Marx. Buona non solo per la location “popolare”,  ma anche per aver proposto un’idea di politica dove c’è ancora spazio per approfondire, studiare, darsi un respiro strategico, in controtendenza con i disvalori dominanti nella politica di palazzo.


Non c’è molto da aggiungere, sul piano della cronaca della serata, all’ottimo articolo di Michele Caresana. Qui possiamo limitarci a rafforzarne i contenuti con la galleria fotografica del blog Bandiere Rosse,  qualche passaggio in viva voce del relatore e qualche nota di commento.
Non si può e non si deve chiedere ad un partito politico di trasformarsi in un’accademia filosofica; quello che si può chiedere, e che stava nelle intenzioni degli organizzatori, è di mettere a disposizione delle persone momenti formativi utili per le battaglie politiche quotidiane. Da questo punto di vista la riunione è perfettamente riuscita, con una quarantina abbondante di presenze, buona parte delle quali esterne al PRC,  e bisogna darne atto a chi l’ha proposta.
L’augurio è che non rimanga un fatto episodico o, ancor più, una serata di studio separata dalla pratica concreta, locale e nazionale. Ferrero ha giustamente sottolineato in più passaggi come il pensiero di Marx fosse molto distante da ogni forma di settarismo. Considerazione quanto mai importante in un contesto nel quale, a sinistra del PD, è assai diffusa la sindrome della scissione dell’atomo.
Nell’occassione, Ferrero ha scelto di tenersi a debita distanza dal discorsi di tattica elettorale o di schieramento in senso stretto, ma non per questo ha rinunciato a toccare alcuni nodi  politici lessenziali che rimandano a questi temi ed al giudizio sulla fase storica che stiamo attraversando.
Proprio a dimostrazione della grande attualità del pensiero marxiano, molte questioni dell’oggi trovano risposte importanti facendovi riferimento: si traggono indicazioni di metodo ma anche di merito, quanto mai attuali. Anche soffermarsi sugli aspetti personali della vita, difficile ad avventurosa, del rivoluzionario, non è un esercizio fatuo o una mitizzazione del personaggio, ma regala spunti di analisi assai rilevanti.
Ne proponiamo tre, con scelta redazionale arbitraria, ritenendoli particolarmente interessanti.
A fine serata, rispondendo alle domande del pubblico, è poi emerso il grande tema della dissoluzione della lettura di classe della società, che nel nostro paese  è particolarmente avanzata, a causa del processo avviato con la liquidazione occhettiana del PCI e tutta la mediocre storia che ne è seguita.

Un aspetto non emerso nel poco tempo a disposizione, riguarda invece un periodo storico nel quale la lettura di classe era assai diffusa nella sinistra italiana, al quale Ferrero ed il co-autore Bruno Morandi hanno dedicato molta attenzione: la stagione dei Quaderni rossi di Raniero Panzieri. Ne parla diffusamente questa recensione di Andrea Cengia . [Massimo Patrignani – Ecoinformazioni]