È inaccettabile che il negriero di ieri sopravviva nei governi che oggi tornano ad incatenare la libertà degli africani, subordinandola agli stessi interessi e allo stesso potere oppressore[Santiago Agrelo Martinez, Arcivescovo di Tangeri]

Nel corso della quarantena la nostra rete ha prestato assistenza a migranti cosiddetti “irregolari” che chiedevano informazioni sull’annunciata sanatoria. Lavoratori in nero, impossibilitati a uscire di casa, famiglie costrette a scegliere tra il recarsi a fare la spesa, rischiando di subire un controllo ed essere rinchiusi in un Centro per il rimpatrio, e la miseria: diversi comuni hanno legato ogni tipo di sostegno economico e di spesa solidale al possesso di un permesso di soggiorno e della residenza. Tutte persone escluse dal Servizio Sanitario Nazionale, senza un medico di base, poiché senza la possibilità di iscrizione all’anagrafe. Tutte persone che vivono e lavorano come i cittadini italiani, ma senza goderne i diritti.
È quindi con estrema amarezza che dovremo comunicare loro che il progetto di regolarizzazione, così come presentato dal governo nel testo del 13 maggio, non dà alcuna risposta ai loro urgenti bisogni e si fa beffa delle loro speranze.
Se questo decreto consentirà anche solo a una persona di avere una vita più degna sarà un passo avanti da non disprezzare, soprattutto in un momento di sofferenza globale come quello attuale. Inoltre l’ipotesi di una sanatoria sembrava una pura fantasia fino a qualche mese fa.
Tuttavia non possiamo che stare dalla parte delle migliaia di persone che ancora una volta sono state scartate dal sistema. E dobbiamo purtroppo constatare che questo provvedimento non è, nei suoi obiettivi e nella sua forma, un atto di civiltà né una vittoria sociale, poiché in prospettiva ripropone la logica coloniale e neoliberista. Nei fatti sdogana il caporalato e vede nei migranti solo “braccia” da sfruttare, solo strumenti funzionali al nostro benessere.
Se davvero l’obiettivo è tutelare la salute delle persone presenti in Italia, nativi e non, e garantire diritti a chi ne è stato privato da leggi inique (Bossi-Fini e Decreti Sicurezza), perché il governo non decreta una regolarizzazione complessiva e generalizzata? Dando invece i documenti esclusivamente a braccianti, colf e badanti si delinea solo una cinica motivazione: tutelare il profitto.
Come già evidenziato dalle mobilitazioni di ieri davanti alle prefetture, il testo diffuso dal governo presta il fianco, nel merito, ad applicazioni in sintonia con gli interessi della criminalità (evidenziando i rischi – già purtroppo verificatisi in passato – di compravendita di contratti falsi e di scaricamento sugli stessi lavoratori dell’onere di 400 euro per ogni domanda di regolarizzazione). Per quale motivo chi ha sfruttato fino a ieri dovrebbe improvvisamente modificare la sua condotta criminale?
Non avevamo particolari aspettative sulla condotta di questo governo, di cui ancora stiamo aspettando la tanto sbandierata discontinuità dal precedente. Basti pensare che le aberranti Leggi Sicurezza non sono ancora state abolite, gli accordi con la Libia sono stati rinnovati e molte navi delle ONG si trovano ancora bloccate nei porti, chiusi con la scusa della pandemia.
Ma almeno non si sbandieri di avere a cuore i diritti degli oppressi.
Allo stesso tempo non possiamo che biasimare la condotta delle opposizioni al provvedimento, sia quella nel governo, rappresentata dal Movimento 5 Stelle, che ha operato per depotenziare il decreto, sia quella delle destre, che hanno ancora una volta dimostrato di anteporre alla salute pubblica e alla dignità umana biechi interessi economici ed elettorali.
Del resto i rapporti tra alcune parti politiche e la criminalità organizzata che controlla lo sfruttamento nei campi sono ampiamente documentati, come attestano, ad esempio, i recenti arresti in Calabria.
Per questo, aderiamo allo sciopero nazionale dei braccianti proclamato per il prossimo 21 maggio contro le ingiustizie di questo provvedimento e contemporaneamente rilanciamo con urgenza le rivendicazioni della campagna nazionale “Siamo qui – Sanatoria subito!”.
In particolare chiediamo un provvedimento immediato con:
■ una sanatoria generalizzata ed incondizionata per tutti i cittadini e le cittadine stranieri/e sprovvisti di titolo di soggiorno, che veda come unico requisito la presenza attuale in Italia;
■ una sanatoria delle “procedure in corso” articolata in:
– rinnovo automatico con presunzione dei requisiti dei permessi di soggiorno in scadenza o già scaduti;
– conversione automatica su istanza di parte e con presunzione dei requisiti di tutti i permessi di soggiorno, compresi quelli totalmente o parzialmente non convertibili;
– blocco delle espulsioni, degli allontanamenti già in corso o avviabili, nonché dei trattenimenti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), dei quali si chiede l’immediata chiusura, e il definitivo mutamento della destinazione a tale uso della struttura di via Corelli a Milano.