Comitato Politico Federale - Como
Documento base di discussione per attivi di circolo
Il
tema che discutiamo in questa seduta del comitato politico federale è l' ipotesi di costituzione di un nuovo
soggetto politico della sinistra in Italia.
Questo
tema ci viene imposto dalla situazione degli ultimi anni durante i quali i
costi della crisi prodotta dalla speculazione finanziaria non sono stati
adeguatamente cobtrastati a livello parlamentare né dal PD . Appiattito sul
neoliberismo – né da SEL – appiattita sul PD e vengono fatti pagare alle classi
subalterne e agli strati sociali più deboli che perdono lavoro, reddito,
assistenza sociale, diritti e qualità della vita.
L'austerità
e il rigore imposti agli stati si traducono in una linea che dalle pagine dei
giornali finanziari entra direttamente nella vita di ognuno di noi: uno stato
che non investe per mettere a posto i conti taglia sulle pensioni, sugli
ammortizzatori sociali , sulla sanità,
sui trasporti pubblici, sulla scuola; e così una crisi di sistema del
capitalismo prodotta dai grandi gruppi finanziari la paghiamo come al solito
noi, e poco abbiamo fatto per proporre una via d' uscita che necessariamente
deve essere anticapitalista, antiliberista, ovvero comunista.
Contemporaneamente
alla diffusione della precarietà e della riduzione dei diritti sembrano sempre
più radicati nella cultura e nel senso comune del nostro paese i semi del
berlusconismo: individualismo, arrivismo sociale, razzismo; siamo un paese
impoverito e anche svilito moralmente in cui la barbarie sta anche nella guerra
fra poveri e nello smarrimento di un senso, anche minimo , di solidarietà;
Questo
quadro, ovviamente si riflette anche sugli orientamenti elettorali degli
italiani e sull' orientamento delle forze politiche.
Molto
schematicamente vediamo un' apparente frantumazione del centro destra che non
corrisponde ad una riduzione di consensi per posizioni che mettono insieme gli
interessi dei grandi gruppi industriali, la smania per l'uomo forte e il populismo razzista,
Vediamo
anche, come fenomeno parallelo al crescente astensionismo elettorale,
l'avanzare della cosiddetta antipolitica, del partito contrario ai partiti, dei
proclami ad effetto che si alternano con cali di consenso tipici di una
creatura virtuale fatta di rete e non di carne ed ossa.
Ed
infine vediamo la vera e propria mutazione del PD che , sotto il controllo del
segretario/presidente del consiglio persegue politiche di distruzione dello
stato sociale, di aumento della precarietà,
di riduzione dei diritti dei lavoratori
di abolizione di regole e di limiti che volendo incoraggiare gli
investimenti privati mettono il paese
nelle mani della più selvaggia speculazione.
Bisogna
però saper leggere quanto si muove in direzione opposta a questa marea
liberista e xenofoba.
Anche
se molto deboli e discontinui abbiamo
avuto dei segnali:
quello
dei referendum del 2011 che segnavano una resistenza alla mercificazione dei
beni comuni e allontanavano i rischi del nucleare,
oppure
l' esito delle elezioni europee del 25 maggio
dove , anche dall' Italia, sono
stati eletti dopo anni parlamentari schierati nel gruppo della sinistra europea
ma
più ancora la ripresa in Italia del conflitto sociale, segnata dalle grandi
mobilitazioni nelle piazze e nei luoghi di lavoro;
In
questo quadro si impone una necessità, quella di unire le forze che sono
orientate in direzione anticapitalista, contrarie alle politiche di austerità
imposte ai più deboli, che condividano i valori della democrazia, della
giustizia sociale, dell' ambiente, della legalità, della pace e del disarmo.
Dobbiamo
constatare che in Italia nessuna delle numerose
( e piccole) forze così orientate può,
da sola, pensare di rappresentare queste aspirazioni;
Nessun partito, gruppo o movimento tematico si
deve considerare autosufficiente;
una
dimostrazione in tal senso ci è venuta anche in occasione della campagna per le
ultime elezioni europee: nonostante un confronto a volte acceso, discussioni e
chiarimenti estenuanti, il congegno si è messo in moto e si è realizzato un
risultato sufficiente che, pur ottenuto
sul filo del rasoio, rappresenta una
incoraggiante e significativa inversione di tendenza. Quello che si è
realizzato sei mesi fa è sembrato l'inizio di una costruzione collettiva di un
nuovo soggetto politico che rispondesse alla necessità di unire le forze della
sinistra italiana, intorno ai valori e agli obiettivi dellì ALTRA EUROPA con
Tsipras. I comitati, infatti non si sono sciolti come se si fosse trattato di
comitati elettorali e come sarebbe avvenuto in caso di totale sconfitta;
la creatura neonata, per quanto fragilissima
sia, esiste e ha bisogno di attenzioni, cure ,cibo, affetto per poter crescere
e imparare a camminare e a parlare.
In
questi sei mesi i problemi non sono certo mancati e hanno riguardato le
modalità di prosecuzione del percorso politico, la comunicazione interna e
soprattutto l'assenza di una struttura organizzativa , anche minima, a cui riferirsi; si sono autonominati un comitato operativo nazionale
e una assemblea (il famoso gruppo dei
221) ma sono morti sul nascere i gruppi di lavoro proposti dall' assemnblea
nazionale del 29 luglio che pure avevano visto l' adesione di molti di noi,
sicuri di dare un contributo utile e competente;
dopo
un' estate passata a discutere - anche
nel comitato locale comasco – prima sulla
nostra identità e successivamente sulle
nostre intenzioni, abbiamo preso atto della posizione di SEL (e del disagio che
questo ha prodotto in numerosi militanti ) desiderosa di tempi lunghi e incerta
nel chiarire i rapporti col PD ; (in questo senso, restando nella nostra
provincia è stato purtroppo esemplare la vicenda delle elezioni provinciali di
secondo livello) SEL è evidentemente appiattito sul PD anche se si dice fuori e
all' opposizione.
La difficoltà per i comitati territoriali è
derivata anche dall' assenza di riferimenti certi perchè non si capiva quali
fossero le intenzioni di chi guidava la ' creatura' ; e mille episodi
dimostravano la consistenza nebulosa del tutto; la mancanza di comunicazione
professionale sia a livello nazionale sia a livello locale ha aggravato la
questione.
Infine due novità sono intervenute alla fine
del mese di ottobre, la prima è stata l' uscita del documento che Marco Revelli
ha scritto su indicazione del comitato
operativo nazionale, la seconda relativa alla Lombardia, è stato l'avvio di un
tentativo di coordinamento dei comitati territoriali de L'altra Europa.
Mettiamo insieme questi due fatti, perchè si prestano
ad una unica conclusione: il documento Revelli, che analizza in modo
approfondito la fase politica attuale e legge
il corpo sociale del soggetto politico che si vorrebbe creare a partire
dall' esperienza dell' AE, delinea chiaramente una prospettiva che è
decisamente alternativa alle politiche del PD e mira ad associare le forze
democratiche e di sinistra in Italia.
Nello
stesso tempo non pretende che i partiti
esistenti si sciolgano né impedisce che i loro militanti aderiscano al nuovo soggetto politico;
per tutte queste caratteristiche il documento ha
trovato larga approvazione in tutti i comitati territoriali, compreso quello
comasco, che ha anche sottolineato la
necessità di integrarlo con una più precisa articolazione dei programmi .
Un
secondo rilievo che è stato mosso al
documento Revelli riguarda la questione più complicata che ci troviamo di
fronte, quella organizzativa e di definizione delle regole democratiche interne
del nuovo soggetto politico: i tempi lunghi proposti da Revelli qualche mese
per arrivare ad uno statuto, sono stati ritenuti troppo lunghi da numerosi
comitati locali che infatti , in modo
autonomo , hanno già dato luogo ad associazioni regionali basate su una lettera
d' intenti, su un programma minimo e soprattutto finalizzate a promuovere
iniziative e campagne territoriali.
La
necessità di accelerare sulla formazione di un soggetto politico dotato di una
chiara struttura organizzativa, di regole interne di rappresentanza
democratica, ispirato ai punti programmatici
della campagna europea è anche l'orientamento che prende sempre più
piede nei comitati lombardi che , quasi
all' unanimità , sollecitano perchè si arrivi entro l' assemblea nazionale del
17 gennaio 2015 alla costituzione di una associazione come tappa intermedia con
portavoce chiaramente individuati, regole di adesione e di democrazia interna.
Questa
urgenza è dettata dalla necessità di non disperdere le aggregazioni che si sono
costituite durante la campagna elettorale europea e che hanno continuato a
vivere in numerosi territori producendo iniziative politiche e misurandosi
positivamente ( l'altra emilia romagna);
L'urgenza
è data anche dalla necessità di definire il nome, le modalità di adesione di un
soggetto politico che si vuole rendere protagonista del cambiamento del paese
anche attraverso la partecipazione alle competizioni elettorali raccogliendo la
domanda di cambiamento , di unità delle
forze di sinistra che continuano ad
arrivare dal paese.
Di
fronte a questa situazione il nostro partito deve prendere una posizione
chiara.
Esattamente
come abbiamo fatto nel corso del mese di febbraio dobbiamo sottoporre il tema
alla discussione dei circoli, discussione che avviamo nuovamente a partire da
stasera;
Di
seguito alcuni punti fondamentali che proponiamo come base di discussione.
1.
Partecipando alla
costruzione del nuovo soggetto politico della sinistra noi , come PRC, cediamo
la sovranità elettorale, nel senso che
solo in questo soggetto noi saremo presenti nelle future campagne
elettorali con i nostri compagni candidati e sostenitori; questa decisione
dipende dalla consapevolezza della nostra attuale incapacità di raccogliere
consensi di massa, ma anche dalla sicurezza di poter offrire un insostituibile
contributo pratico e di
elaborazione a tutta l'area che vogliamo
incontrare nel soggetto politico nuovo.
2.
Aderiremo al
nuovo soggetto politico come singoli e,
nei comitati territoriali , i nostri compagni riporteranno le proposte
frutto dell' elaborazione e del dibattito interno al partito
3.
Non è quindi in
discussione la nostra esistenza come partito, così come non sono in discussione il nostro sforzo di elaborazione teorica e politica
e il nostro lavoro di analisi del
presente e di radicamento nei territori .
4.
La prospettiva è
quella della doppia tessera, quella del PRC e quella del nuovo soggetto
politico ( il nome che ci è piaciuto finora di più è quello proposto dalla
compagna europarlamentare Forenza :L'ALTRA ITALIA: SINISTRA EUROPEA)
5.
Doppia tessera
significa ovviamente , doppio lavoro.
Questo
è quello che ci attende nei prossimi mesi/anni se vogliamo costruire uno
schieramento in grado di cambiare il paese, opponendosi alle politiche
neoliberiste e riaffermando i valori della Costituzione nata dalla Resistenza,
estendendo i diritti dei lavoratori, fermando il saccheggio delle risorse e
riaffermando la necessità di un nuovo tipo di sviluppo di impronta decisamente
anticapitalista
6.
Per tutti questi
motivi la necessità di un nuovo soggetto politico va ben oltre gli obblighi
imposti delle leggi elettorali; anche
se, come sembra, finirà per abbassarsi al 3% il quorum valido per ottenere
seggi in Parlamento, questo non deve diventare PER NESSUNO motivo di una
tentazione di autosufficienza, né di autocandidatura alla carriera
politica,perchè nelle condizioni attuali solo una sinistra unità e forte può
candidarsi a cambiare l' Italia e l' Europa.
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