Il 28 dicembre del 1943 al poligono di tiro di Reggio Emilia venivano fucilati i sette fratelli Cervi: Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore.
Da sempre antifascista la famiglia Cervi all’indomani della caduta del fascismo organizzò una “Pastasciutta antifascista” festeggiando l’avvenimento con amici e vicini. Ma nei duri mesi della lotta partigiana la famiglia Cervi divenne protagonista, nascondendo prigionieri alleati, aiutando i renitenti alla leva della RSI e più tardi costituendo una vera banda partigiana denominata Banda Cervi con l’aiuto di partigiani sovietici.
L’esempio di questa famiglia partigiana guidata e consigliata da papà  Alcide Cervi rimane una pietra miliare nella storia della Resistenza italiana ed europea.
Ad ognuno dei sette fratelli Cervi venne consegnata la Medaglia d’Argento al Valor Militare e papà Cervi disse queste parole: “Mi hanno sempre detto… tu sei una quercia che ha cresciuto sette rami e quelli sono stati falciati, e la quercia non è morta… la figura è bella e qualche volta piango… ma guardate il seme,perché la quercia morirà e non sarà buona nemmeno per il fuoco. Se volete capire la mia famiglia, guardate il seme. Il nostro seme è l’ideale nella testa dell’uomo.”


Proprio questo ideale dobbiamo raccogliere  e portare avanti, non dimenticare il sacrificio dei fratelli Cervi lottando per un futuro migliore.