CONTROLLO DEL VICINATO ? NO GRAZIE !
In tantissimi comuni italiani sta avanzando la pratica del cosiddetto <<Controllo del vicinato>>.
Succede che è nato un Comitato di carattere nazionale che semina, in svariati comuni della penisola, gruppi di "paladini della giustizia" che, mediante gruppi whatsapp e facebook si prendono la briga di "schedare" le cosiddette "auto sospette" e tutti i passanti non ritenuti abitanti del comune.
Ora mi chiedo, quanto passa tra tutto questo, le "ronde" e la giustizia sommaria? Tutto il polverone mediatico su furti in casa, pensionati che sparano come cecchini, Maroni che dichiara di voler pagare le spese legali di chi, dietro il muro della "difesa della proprietà privata", ha sparato a bruciapelo su un uomo, eurodeputati leghisti che mostrano armi in tv, hanno diffuso una distorta visione della "difesa personale" e sdoganato un pensiero comune altamente pericoloso.
Sempre di più in trasmissioni radiofoniche e televisive si sentono ascoltatori e telespettatori che intervenendo inveiscono contro i migranti al grido inaccettabile di "bruciateli tutti", oppure, "se uno entra in casa mia io gli sparo".
Tutto il terrorismo psicologico fatto attorno ad un problema che di fatto esiste, ha comportato l'isteria collettiva, la fobia dei furti e comitati come quello del "controllo del vicinato" cavalcano l'onda facendo passare il concetto dell'autotutela in una versione quantomeno deviata.
Quali controlli potranno mai esserci su chi decide di unirsi a questi "vigilantes" del nostro millennio?
Credo nello Stato e nelle sue leggi, e credo fermamente che solo le forze di polizia possano essere gli organi preposti al controllo ed alla sicurezza.
Chi ci assicura che all'interno di questi gruppi non inizieranno a verificarsi presenze di individui "troppo zelanti" che decideranno di punto in bianco di autoeleggersi a difensori della proprietà propria ed altrui sostituendosi alle forze dell'ordine?
Il problema della sicurezza è tutt'altro che da sottovalutarsi, ma che a garantirla siano le autorità preposte, che si riorganizzino le presenze delle forze dell'ordine sui territori, che si trovi una soluzione e che la si trovi velocemente.
Che sia lo Stato a farlo però, non la cittadinanza o il rischio di incorrere in spiacevoli inconvenienti sarà sempre più verosimile.
Fabrizio Baggi - Como 23 dicembre 2015