Mi
è giunta da poco la notizia della scomparsa del compagno Nello Caronti avvenuta
questa mattina alle cinque all’ospedale Valduce di Como.
La
sua scomparsa ci riempie di dolore per la perdita di un compagno che per il
nostro partito ha sempre rappresentato una colonna portante. Fin dal 1991, dopo
una lunga militanza nelle file del Partito Comunista Italiano aveva aderito con
rinnovato entusiasmo a Rifondazione Comunista proseguendo quel lungo cammino
militante che aveva iniziato negli anni della seconda guerra mondiale ispirato
dal padre, Enrico Caronti, valoroso comandante partigiano, martire della
Resistenza e tenace dirigente comunista. La sua non è stata una vita semplice,
tanto che essere il figlio di un comunista e comunista egli stesso, soprattutto
nei primi anni del dopoguerra gli ha procurato una serie di difficoltà
notevoli, come essere rifiutato da tutte le ditte tessili di Como proprio a
causa della sua militanza. Nonostante le tante difficoltà Nello non ha mai
rinunciato alle sue idee.
Nel
corso di questi anni, la sua casa di Blevio diventava un po’ il luogo in cui i
compagni si ritrovavano per fare il congresso del Circolo di Rifondazione
Comunista di Est Lago, una casa meravigliosa arroccata in frazione Capovico con
le finestre che guardavano quella sponda del lago che aveva conosciuto le gesta
eroiche dei partigiani della 52^ Brigata Garibaldi, la morte dopo orrende
torture, di suo padre al cimitero di Menaggio e finalmente l’epilogo del
fascismo. Il lago calmo o agitato che fosse faceva da cornice ad una storia
meravigliosa e terribile e Nello tutte le mattine guardava quella sponda e non
poteva fare a meno di pensare a quella storia e anche nella stanza dove
tenevamo le nostre riunioni, i libri e i quadri con i ritratti di papà Enrico e
di mamma Cherubina trasudavano storia e ci proiettavano in un tempo immobile.
Ma
ci pensava lui a risvegliarci, subito ci riportava alla realtà, “come va il
partito? Cosa si sta facendo per quel problema e per quell’altro e il
tesseramento e a Como e a Roma cosa fanno i nostri dirigenti?”.
Un
bicchiere di vino, un biscotto e poi via a discutere, le tesi, i documenti, gli
ordini del giorno, io un po’ ascoltavo, un po’guardavo i libri, i quadri e
pensavo che in fondo la storia continuava, fluiva quasi liquida per fare il suo
corso e noi in quella stanza non eravamo solo spettatori, ma anche
protagonisti.
Nello
parlava del passato, del presente, del futuro, di come si sarebbe dovuta fare
una certa cosa, col suo vocione, magari in dialetto, col suo bel naso e poi
rideva felice, era contento del fatto che i suoi compagni fossero lì con lui a
parlare di politica, del partito….
In
questo ultimo anno le sue precarie condizioni di salute lo hanno costretto a
letto, qualche mese fa siamo andati a portargli la tessera, per un compagno
come lui non era un semplice gesto, ma un evento importante.
Anche
mercoledì prossimo saremo dovuti andare a portargli la tessera…
Caro
Nello, tra compagni non servono parole inutili, possiamo solo dirti che
continueremo a far fluire quella storia che anche tu con le lotte e i sacrifici
hai contribuito a costruire, tenendo sempre alta la tua e la nostra bandiera
rossa.
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